Il corpo nello Zen
In questa Unità vedrai un’introduzione teorica alla fisiologia dello zazen. Prenderai consapevolezza delle posizioni del corpo, del respiro, dell’azione. Imparerai a sederti correttamente per una buona pratica di zazen.
Accordare il corpo
Questa meditazione guidata è considerata la pratica per eccellenza di controllo dei punti del nostro corpo e delle sue tensioni. Siediti in una posizione comoda in modo che i piedi siano ben radicati a terra e la testa vada al cielo. Inspirando porta il respiro all’addome, espirando alla narici. Il respiro scende lungo le cervicali e la schiena, per depositarsi sulle mani. Rilassa gli occhi, la nuca, il volto, il collo, le spalle, le braccia, il petto, l’addome, il bacino, le gambe, i piedi.
La mente nello Zen
Comunemente per meditazione si intende la mente che lavora nei suoi processi. Nello zazen è un po’ diverso. I processi meditativi non sono legati solo alla mente, ma anche al corpo e agli stati profondi dello spirito. Quindi zazen è l’insieme di tutto questo.
In questa Unità, vedrai i quattro passaggi della mente che non sono da intendersi in senso lineare ma piuttosto in modo circolare.
I Tre T’an Tien
Questa meditazione apre le Tre porte energetiche importanti che il maestro zen Hakuin Zenji insegnava nella sua pratica Naikani i TreT’an Tien, in modo che lo zazen si svolga al meglio senza disturbo e che ci dia energia per la nostra pratica.
Iniziazione ai Tre Gioielli
Abbiamo visto come la nostra mente lavora. Abbiamo sperimentato la gioia e la bellezza di essere seduti in zazen. Lasciato andare la divisione tra io e tu. Questo accade e può succedere a tutte le persone che fanno un certo tipo di percorso di meditazione, non necessariamente accade ai buddhisti.
I Quattro Voti del Bodhisattva
Dare anima alla meditazione è la pratica dello zen, è la pratica del Buddhismo in generale. Il primo passo in questa direzione sono i Tre Gioielli, ma non è sufficiente.
Perché il Buddha, il Dharma, il Saṇgha potremmo dire che danno il senso, danno il sapore alla nostra pratica. Ma la direzione e la forma, la danno i Quattro Grandi Voti del Bodhisattva.
Il Primo Koan: Shu Sho Kan il conteggio dei respiri
Questa meditazione guidata viene ormai utilizzata da tante persone e da tante scuole di meditazione.
Ha un’origine piuttosto antica ed è diventata una delle meditazioni principali dello zen: è una delle prime meditazioni che si fanno. Il nome di questa meditazione è Sussokan, cioè contare i respiri.
Le pratiche dello Zen
La pratica dello zen è andare al cuore, al centro, di noi stessi e risvegliare la nostra Natura di Buddha, cioè l’universalità del nostro essere. Il Buddhismo si divide tra sentiero graduale e sentiero improvviso o dell’illuminazione improvvisa. Lo Zen abbraccia il sentiero diretto, per cui le sue pratiche sono tutte pratiche esperienziali. Ognuna porta all’esperienza della natura di Buddha. Nello Zen non ci sono pratiche di pulizia per una migliore vita futura, l’attimo presente è l’unico attimo esistente da ripulire e tutte le pratiche sono qui e ora.
I Kōan
I Koan sono ascoltare con il cuore la mente, aprendo la via alla consapevolezza, alla disponibilità e all’empatia. I Koan non possono essere capiti dalla logica, perché non sono da capire. Non rappresentano una opinione o un punto di vista personale ma il principio Originale dell’Essere. Attraverso i Koan superiamo e trascendiamo attaccamenti e condizionamenti ritrovando noi stessi.
I Sutra
I Sutra vengono recitati con uno spirito Mushotoku, senza spirito di ottenimento.
Shikantaza
Solitamente si identifica Zazen con Shikantaza, questo perché Shikantaza era la pratica principale di una delle due scuole dello zen: la scuola Soto. Soprattutto oggi, nella Sotoshu Shumucho, viene stressata la pratica di Shikantaza. Ma Zazen è una traduzione giapponese dal cinese che è Suochien [?] o, come pronunceremo noi in italiano, Zuochan. Di fatto, lo Zazen ha diverse forme. Una è appunto Shikantaza, poi abbiamo la pratica dei Koan, Kinhin la meditazione “camminata”, la recitazione dei Sutra, Samu la pratica del lavoro. Quando tutto questo diventa Zazen? Quando, come dice Dogen, la nostra mente è in hishiryo: dove hi- è il suffisso che funziona come alfa-privativo e -shiryo può essere tradotto come ” pensiero”.