“Il corpo della libellula è esile, ma attraversa ballando la tempesta.”
Proverbio giapponese
Meditazione per amare il proprio corpo.
L’attitudine interiore con cui fare questa meditazione è fare amicizia con il nostro corpo, per essere gentili e amorevoli verso noi stessi e conoscerci sempre più profondamente.
Trova un angolo tranquillo dove stare e mettiti comodamente seduto. Puoi sederti a terra su un cuscino o su una comoda sedia. Tieni la schiena diritta e le tue braccia che poggiano morbide sulle tue gambe con il palmo delle mani una sopra l’altra.
Ora chiudi gli occhi e datti il permesso di mantenere calmo il corpo e di essere sveglio e presente per tutto il tempo di questa meditazione. Non hai nient’altro da fare che ascoltare la voce, rilassarti e ascoltare te stesso.
Porto le mani in grembo
Le mie mani si sostengono a vicenda.
Le mie mani diventano una mano, accogliente e calda…
Le mie mani comunicano tra loro.
La mano destra il palmo rivolto verso l’alto raccoglie ,
a mano sinistra come in un piccolo nido.
La mano sinistra porta energia alla mano destra quando questa si stanca.
La mia schiena sente tutta la responsabilità.
Se la mia schiena si adagia, si curva, tutto il resto va fuori asse.
Se la mia schiena si fa troppo rigida, tutto il resto si tende e si agita.
La mia schiena ne è consapevole.
Non sono io a sentire la mia schiena, ma è la mia schiena che sente se stessa.
Fate partire l’ascolto non dalla testa in giù come fosse una torretta che
ascolta il corpo sotto, ma dalla schiena.
Ogni parte del corpo può ascoltare se stessa, ne è fisiologicamente dotata. La mia schiena ogni tanto si aggiusta, con lievi colpetti si corregge, si regola. La mia schiena si comporta bene.
Sono orgoglioso della mia schiena.
Le mie spalle si allontanano dalle orecchie.
Le mie spalle si abbassano.
Le mie spalle tengono presente il loro amico collo.
Le mie spalle smettono di essere arroganti e pensare di sostenere tutto.
Le mie spalle stanno imparando l’umiltà, e lasciano il collo e la testa elevarsi al cielo.
Il collo ascolta
Il mio collo ha paura è rigido: se lui non cede,
tutto il resto diventa rigido.
Il mio collo ci sta, e si fa morbido.
Il mio collo è giudizioso.
Le mie braccia cadono.
Le mie braccia si allungano.
Le mie braccia si arrendono.
Sono grata alle mie braccia.
Il mio respiro si ricorda di se stesso.
Il mio respiro diventa tondo.
Il mio respiro si fa presente.
Il mio respiro è la chiave di volta.
Il mio corpo lo sa
e si fa giunco nel vento.
La mia mente si svuota
ed io mi commuovo di essere
meravigliosamente qui
presente a me stesso.