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CHE RUOLO PUÓ AVERE IL BUDDHISMO NEL METAVERSO?

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CHE RUOLO PUÓ AVERE IL BUDDHISMO NEL METAVERSO?

Molte sono le domande che attraversano la nostra mente quando sentiamo la parola Metaverso, ma nessuna di queste domande trova ancora una risposta certa o incerta, è troppo presto. Occorre occuparsi sin da adesso come buddhisti sia dell’intelligenza artificiale che della realtà aumentata, così come della realtà virtuale e del Metaverso.

Abbiamo passato anni a leggere libri sulla storia del buddhismo creando nella nostra mente immaginaria scenari in cui questo si è sviluppato, e della vita del Buddha.
Abbiamo lasciato nascere in noi sentimenti ed emozioni che hanno tenuto vivo il nostro interesse sulle parole del Buddha e sul buddhismo.
Abbiamo letto insegnamenti degli antichi maestri condividendoli con le immagini create dalla nostra mente e dalla nostra coscienza.
Siamo poi passati ad ascoltare e vedere i maestri contemporanei in due dimensioni su piattaforme come YouTube, Zoom e altre. Oggi si presenta davanti una nuova sfida di pratica, un nuovo cammino un ulteriore passo da affrontare con la mente libera che ogni praticante dovrebbe avere, libera da ogni condizionamento, attaccamento e paura verso un nuovo cammino. Il nuovo cammino a cui saremo o siamo chiamati ad occuparci si chiama Metaverso.

Il progresso della comunicazione tecnologia nel mondo ha consentito la comunicazione one-to-one senza l’uso di intermediari, questo avveniva attraverso lettere scritte a mano da persona a persona, e questo durò sino all’ introduzione di Internet, sostituite dal supporto elettronico, le e-mail, che sono diventate rappresentanti del personale.
La comunità online ha cominciato poi a cambiare con il passare del tempo, fino a quando un numero crescente di persone ha iniziato a rappresentare sé stessi nella comunità del mondo virtuale, in particolare sulle piattaforme di social media online come, Facebook, Twitter, Instagram, TikTok e altre dove gli esseri umani hanno un “account utente” che li rappresenta in mondo virtuale su ogni piattaforma e può comunicare e consumare varie notizie, quasi illimitate, con numerosi vantaggi e svantaggi.
Oggi ogni centro buddhista è anche un “account utente” che li rappresenta.

In termini di partecipazione, un ambiente virtuale è ancora nella sua infanzia. In questo mondo virtuale su Internet ci sono anche, come tutti sappiamo e ne abbiamo fatto esperienza, numerosi svantaggi, come la propagazione di informazioni false e/o poco accurate persino sul buddhismo, la criminalità online, incluso il bullismo sui social.
Una nuova forma di bullismo nota come cyberbullismo si è evoluto tra l’autore e la vittima online, molto comune tra i giovani e sta diventando sempre più difficile tenere traccia e gestire i problemi.

Nel prossimo futuro Virtual, le comunità diventeranno sempre più realistiche, sedersi davanti al computer o utilizzare i cellulari per consumare le informazioni che appariranno (ma già oggi ci sono) sui loro dispositivi attraverso la tecnologia Realtà Aumentata AR1 combinata con Realtà Virtuale VR2 sarà normalità.
Gli utenti potranno partecipare come essere in un evento reale a 380 gradi nell’immaginario universo noto come Metaverso3 .
Il Metaverso comprende sia i contenuti che le esperienze create nel mondo reale e nel mondo digitale assieme rendendo possibile chi guarda un concerto, assiste ad una lezione o fa un viaggio come se fosse realmente presente.

La realtà virtuale del Metaverso crea un’esperienza estremamente realistica nell’universo immaginato, con forte realismo, e può manipolare la mente umana e essere catturata nel mondo virtuale in vari modi, potenzialmente creando Positivamente o Sprecando più tempo del nostro vivere e della nostra pratica.
C’è una possibilità che in futuro più le persone saranno interessate alla Realtà Virtuale meno saranno nella realtà?
Dipenderà solo da noi, per questo penso che il Metaverso e tutte le tecnologie di realtà aumentata o virtuale abbiano bisogno anche dei valori del Buddhismo.
Questo fenomeno imminente del Metaverso porterà gli esseri umani ad affrontare in maniera sorprendente cose nuove che sono intriganti, provocatorie, pericolose, significative e… assurde, e sarà necessaria una nuova etica che il buddhismo per i suoi contenuti può offrire.
Questo è un impegno e una nuova sfida per Buddhismo nella sua organizzazione dedicata a promuovere la saggezza, la conoscenza e l’etica per vivere in pace.

Che ruolo dovrebbe avere il buddhismo nel Metaverso?

Sempre più persone stanno entrando nella comunità del mondo virtuale in un’era in cui il mondo sta cambiando in conseguenza delle scoperte tecnologiche digitali del Metaverso.
Con l’avanzare della tecnologia, gli esseri umani saranno sempre più assorbiti dal mondo virtuale anche nella ricerca di dottrine o insegnamenti spirituali come lo sono oggi per i canali e piattaforme esistenti in Internet.
Non possiamo sottrarci sin da oggi di iniziare a pensare che scopo e ruolo avrà il buddhismo nell’era del Metaverso e quello del Sangha laico e ordinato dei monaci?

Possiamo formulare delle ipotesi:

1) il ruolo del buddhismo nel Era del Metaverso:
le organizzazioni e i centri buddhisti dovrebbero, come hanno sempre adottato nel tempo, tenere presente il concetto di Upāya (方便 hōben g.) “mezzi o espedienti atti a raggiungere uno scopo”, nelle differenti regioni in cui il buddhismo si è diffuso, è proprio grazie a questo concetto che è riuscito attraverso millenni ad arrivare sino a noi facendo il giro del mondo. È con questa visione di Upāya come fondamento per l’adattamento nell’era del Metaverso e l’adattamento proattivo, la capacità di reagire in modo proattivo (l’agire in anticipo) per un problema di fronte a situazioni impreviste e in contesti nuovi e insoliti, che il buddhismo dovrebbe affrontare il Metaverso.

2) I ruoli dei monaci buddhisti nel Era del Metaverso:
nell’era del Metaverso il ruolo dei monaci, che si troveranno prima o poi a essere utenti del Metaverso, avranno la pratica di approfondire ed essere consapevoli delle dinamiche di questo mondo virtuale scegliendo di questo il lato creativo e cercando le opportunità per rendere il Metaverso utile a sé stessi, ai praticanti e agli interessati al buddhismo. I monaci buddhisti, in quanto membri del Metaverso, dovrebbero essere presenti creando servizi per la comunità come gli insegnamenti e la pratica, assumendosi anche l’onere di divenire non solo guide spirituali nel Metaverso ma anche del Metaverso stesso.

Il Metaverso è composto da due parole: Meta, che significa “oltre” in greco, e Universo, che si riferisce alla tecnologia della realtà virtuale che combina il mondo fisico e la tecnologia. Questa parola si riferisce ai principi di un virtuale mondo che può essere accessibile da VR (Virtual realtà), AR (realtà aumentata) e PC (Personal Computer) su reti Internet. La sfida del buddhismo potrebbe essere un mezzo guida per coltivare l’immunità da Avidyā “ignoranza” e conoscere la Prajñā l’intelligenza e saggezza all’interno del mondo stesso del Metaverso.
Le organizzazioni buddhiste non possono ignorare le nuove tecnologie di comunicazione e insegnamento, tutti i Centri e gli insegnamenti dei loro maestri sono oggi reperibili in Internet, e quasi tutti tengono insegnamenti online, l’evoluzione successiva ormai alle porte è la Realtà Virtuale Combinata e il Metaverso. Essere immersi tramite il Metaverso a contatto diretto con i maestri, condividere e portare insegnamenti e pratica con il Sangha allargato di tutto il mondo.
Penso che chi ha a cuore il valore del buddhismo, e per questo la sua diffusione, dovrebbe profondamente, saggiamente ma velocemente riflettere sull’assumersi la responsabilità di interessarsi in modo proattivo anche al Metaverso.
I centri buddhisti nel mondo e anche in Italia più attivi oggi nella diffusione Online avendone le competenze e dopo approfondite riflessioni… potrebbero creare dei meta-Templi per il meta-dharma sotto forma di centri di studio, di insegnamento e di pratica del Dharma e di meditazione, potrebbe essere una nuova occasione per creare nuove aree per la pratica come luoghi di insegnamento per le persone sparse in tutto il mondo che hanno difficoltà ad accedere ai luoghi degli insegnamenti, incontrare i Maestri, porre domande e ricevere risposte in una immersione diretta favorevole all’interrelazione, alla condivisione diretta, si potranno incontrare praticanti fratelli di Dharma e parlare con loro della pratica. Non dimentichiamo che dietro alla parola virtuale in tutti questi casi non ci sono Robot, ma sono sempre persone e praticanti, anche se rappresentati da avatar, quello che cambia è che invece che incontrarli come oggi davanti ad uno schermo su Zoom saremo fianco a fianco, anche se virtualmente, in una condizione di condivisione che i normali mezzi oggi non consentono. Il tempio Dhammakaya in Thailandia, ad esempio, ha organizzato una mostra Metaverse chiamata “Mutita” per celebrare i monaci a 360 gradi in un tempio virtuale che offre ai visitatori un assaggio della nuova generazione di monaci del tempio. In Giappone il progetto “Teraverse”4 dell’università di Tokyo assieme ad un tempio buddhista della Terra Pura porterà l’arte, la filosofia, il rituale e la pratica buddhista a una comunità online disponibile a livello globale nel Metaverso. L’insegnamento del Dharma attraverso le tecnologie di VR e Metaverso potrebbero offrire un ampia conoscenza degli insegnamenti del Buddha non solo alle giovani generazioni nate con queste tecnologie, ma a tutte le persone che sempre più ne prenderanno dimestichezza, come è successo con tecnologie internet oggi già collaudate nella diffusione del Dharma, la possibilità di riunire sempre più persone in un Sangha Virtuale allargato, senza dimenticare che dietro ci sono sempre persone e non Bit5.

Meta-Meditazione nel Metaverso:
Cosa c’è di nuovo? 

Ci sono numerosi insegnamenti e pratiche nel buddhismo ma penso che, indipendentemente dalle molte motivazioni delle differenti scuole, tutte siano accumunate dallo scopo ultimo verso l’essere umano che è quello di migliorare la mente e la coscienza per una vita migliore sino alla realizzazione, realizzazione che per lo zen è il risveglio alla nostra “Natura Originaria“. Per sostenere questa missione del buddhismo e questi modelli di ricchezza e varietà di insegnamento buddhista, oggi abbiamo a disposizione anche il Metaverso.
Nel nascente Metaverso ci troviamo, come in una nuova nascita, ad aver bisogno di quei valori universali che il buddhismo porta da più di duemila anni: indagare sé stessi e superare i problemi della vita, pratica questa, dell’emancipazione dell’essere basato sui principi di amore, consapevolezza e gentilezza amorevole. Metta (gentilezza amorevole) puro amore per gli altri esseri umani e Sati (consapevolezza), potranno impedire alla mente di essere colpita da stimoli negativi nei Metaversi, questi sono principi necessari per rafforzare l’immunità dai tre veleni nella normale vita come nel Metaverso.
Sulla base di queste considerazioni, non si tratta solo di utilizzare il Metaverso per portare e allargare la conoscenza del Dharma, ma per portare i suoi valori all’interno dell’uso del Metaverso come facciamo nella vita di tutti i giorni. Il buddhismo può abbracciare un concetto globale che può essere comunicato al mondo esterno oltre l’etnia o la religione per essere classificato come valore universale dell’essere umano. Il principio universale del mondo è l’amore e la compassione, l’amore universale è gentilezza e consapevolezza per allontanare i pensieri dalla forza dei desideri velenosi dell’ego, il Metaverso fornirà una fantastica opportunità per far fiorire anche un buddhismo universale con principi universali per l’intero pianeta. La diffusione buddhista nel Metaverso attraverso: i corsi di studi, l’istruzione di pratica, e il welfare di un buddhismo impegnato per l’essere umano e per il pianeta sono parte della missione del clero buddhista e di ogni praticante, per questo occorre rivolgersi al nascente Metaverso come un nuovo mezzo opportuno: Upāya.

Monasteri, templi e luoghi di pratica
per aiutare i praticanti

La lontananza e l’ordinaria complessità della vita oggi ci impedisce molto spesso, come abbiamo già detto, di raggiungere in presenza i luoghi di insegnamento e pratica preposti e ci siamo ormai abituati a vedere e ascoltare insegnamenti dei maestri o docenti di buddhismo attraverso Internet da YouTube a dirette Zoom e altro. Avere a disposizione la modalità online anche per gli insegnamenti e la pratica buddhista è una grande ricchezza, ma i device i mezzi utilizzati come il computer o cellulari non permettono una vera immersione nell’apprendimento o pratica, l’attenzione è ridotta e la distrazione con l’ambiente circostante è costante. Nell’uso del Metaverso l’utente è totalmente immerso e la distrazione è quasi del tutto assente. Dobbiamo anche considerare che la distrazione davanti ad un computer non è data solo dal nostro ambiente circostante ma anche dal fatto che la figura dell’insegnante o del docente sono trasmesse da ambienti non favorevoli a questa trasmissione, un primo piano, uno sfondo di libreria o un muro con una statua di Buddha non sono sufficienti ad immergere totalmente la nostra mente nell’ascolto o nella pratica proposta come si fosse in una sala del Dharma. Un aula universitaria ha un suo “ambiente” fisico e psicologicamente propedeutico all’insegnamento, così come una “sala” di Dharma, uno Zendo nello zen, sono luoghi costruiti apposta per il loro fine.
Gli ambienti costruiti (creati dall’uomo) sono diventati componenti fondamentali dell’esistenza umana. Per la maggior parte del nostro tempo di veglia, navighiamo e interagiamo con gli ambienti architettonici mentre viviamo, ci connettiamo, impariamo, lavoriamo e ricreiamo. Gli spazi incontrati nella vita quotidiana variano nelle loro proprietà fisiche ed estetiche e possono avere un’influenza sull’affetto, sul comportamento e sulla cognizione, e alla fine avere un impatto sulla salute mentale e sul benessere psicologico6. Questi effetti sono probabilmente il risultato di un’interazione tra le proprietà fisiche dello spazio percepito da un lato, e le caratteristiche del percettore e il significato che creano dall’altro: chiese, cattedrali: gompa, Hondo zen hanno precise costruzioni architettoniche per portare la mente a percezioni differenti.
Nel Metaverso è possibile ricostruire luoghi adatti all’insegnamento e alla pratica in accordo ad ogni tradizione buddhista dove il praticante è favorito. La teoria del ripristino dell’attenzione (ART Attention Restoration Theory) propone gli ambienti naturali, pieni di “fascinazioni morbide”, e potrebbero ripristinare la capacità cognitiva, ridurre l’affaticamento mentale e aumentare la concentrazione e l’attenzione7. Essere in ambienti riparatori potrebbe, quindi, cambiare gli stati negativi in positivi favorevoli alla ricezione e all’assorbimento del Dharma.

Conclusione

Sulla base di quanto esposto, affinché l’adeguamento del ruolo nel Metaverso sia veramente coerente con le intenzioni del Buddhismo, il concetto che   dovrebbe essere usato nel Metaverso come principio è il concetto buddhista di Upāya, come strumento per lo sviluppo dell’essere umano attraverso i principi e i valori da sempre portati negli insegnamenti buddhisti utili sia agli esseri umani che al mondo del Metaverso stesso. 


1 Realtà aumentata – Wikipedia
2 Realtà virtuale – Wikipedia
3 Metaverso – Wikipedia
4 www.buddhistdoor.net/news/buddhist-teraverse-under-development-for-forthcoming-metaverse/
5 Bit – Wikipedia
6 Burton, E.; Cooper, C.L.; Cooper, R. Wellbeing, A Complete Reference Guide, Volume II, Wellbeing and the Environment; John Wiley & Sons: Chichester, Regno Unito, 2014; ISBN 978-1-118-71625-0
7 Kaplan, R.; Kaplan, S. L’esperienza della natura: una prospettiva psicologica; Cambridge University Press: New York, NY, USA, 1989; p. XII-340. ISBN 978-0-521-34139-4
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