Precetti, pratica e illuminazione
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Precetti, pratica e illuminazione
Con il Prof. Aigo Castro approfondiremo il significato della condotta etica nella sfera individuale, sociale e soteriologica. Del primo ambito fanno parte la conoscenza delle proprie inclinazioni dannose e l'autocontrollo su di esse. Il saggio processo decisionale: consapevolezza che le mie azioni hanno conseguenze che si verificheranno in futuro. La pace interiore data dallโassenza di risentimento, rimorso e inquietudine per le azioni passate. Solo per citarne alcune.
Nella sfera sociale lโetica si declina nellโinstaurare relazioni basate sull'affidabilitร , la sicurezza, il rispetto e lโapprezzamento, nellโimpegno in attivitร altruistiche e socialmente utili, in relazioni lavorative fruttuose, nelle pratiche virtuose, nelle basi per un prestigio e una prosperitร virtuosi.
Nella sfera soteriologica, la rimozione degli impedimenti alla pratica spirituale, la coltivazione della meditazione e della saggezza attraverso l'accumulo di azioni virtuose, offrirne i risultati a beneficio di tutti gli esseri, creare le condizioni favorevoli per le esistenze future e trascendere lโattaccamento ad azioni virtuose.
Introdurremo i termini chiave dell'Etica Indiana del Dharma, termini che incontriamo in tutte le tradizioni con differenze minime. ร importante avere un'idea chiara di questi concetti, perchรฉ tutto il sistema etico del Dharma gira intorno a principi come Azione (karma; gล; ๆฅญ), Merito (puแนya; fuku ็ฆ), Virtรน (ลฤซla; kai ๆ), Disciplina (vinaya; ritsu ๅพ), Trasgressione (pฤpa; aku ๆกร็ฝช), Difetti (kleลa; bonnล ็ ฉ่ ฆ), Impedimenti (ฤvaraแนa; shล ้), Gli undici fattori virtuosi (kuลaladharma), Le dieci azioni virtuose (daลakuลalakarmapatha; jizengลdล ๅๅๆฅญ้).
Vedremo la tradizione monastica cinese, come riportata nel Chanyuan quinggui il primo codice delle regole dei monasteri Chan. Partiremo dal Dharmaguptaka Vinaya: โTutti i Buddha delle tre epoche dicono: "Bisogna lasciare la propria casa e unirsi a un ordine monastico per ottenere la Budditร "". I ventotto patriarchi del Cielo Occidentale e i sei patriarchi della Terra dei Tang che hanno trasmesso il sigillo della mente di Buddha erano tutti ลramaแนas. Se ci si purifica solennemente osservando il Vinaya, allora si puรฒ diventare un esempio influente di virtรน in tutti e Tre i Regni.โ
Queste precetti e regole monastiche vennero spesso citati anche nelle opere di Dogen.
Insieme conosceremo anche le principali autoritร cinesi del Vinaya e approfondiremo i tre gruppi di Precetti Puri e il Sลซtra della Rete di Brahmฤ.
Scopriremo il processo di ordinazione nella Cina Song e le "Regole di purezza" dei monaci Chan.
Inizieremo con il sistema di precetti di Eisai che sosteneva la necessitร di ricevere e rispettare l'insieme dei precetti (Vinaya e Bodhisattva) come fondamento di una corretta pratica dello Zen. Poi approfondiremo il sistema dei Precetti di Dลgen. Nonostante il massimo rispetto per Eisai, la sua comprensione dei precetti era molto diversa. Sostenne che รจ sbagliato affermare che l'essenza dello Zen si possa trovare semplicemente nell'osservanza dei precetti. In altre parole, l'osservanza dei precetti si manifesta attraverso la condotta mentale, vocale e corporea illuminata, stabilita dai Buddha e dagli Antenati.
La lezione si concluderร entrando nello specifico dei precetti e delle regole monastiche secondo Dลgen.
Continueremo da Keizan e vedremo come il sistema Sลtล Zen dei precetti e delle regole monastiche, ha dimostrato una notevole resistenza e capacitร di recupero nei momenti piรน turbolenti della storia. Concretamente, dopo il periodo Meiji, l'implementazione di un duplice sistema basato sul monachesimo tradizionale e sui templi familiari-sacerdotali, aveva lo scopo di garantire la trasmissione della vita monastica tradizionale adattandola alla mutevole realtร sociale giapponese contemporanea.
Approfondiremo il valore dei riti funerari Sลtล Zen, per concludere con i precetti e le regole monastiche in epoca moderna e contemporanea.
Il Prof. Aigo Castro risponde alle domande su queste prime 5 lezioni.
Questa lezione prende spunto da uno dei corsi che il Prof. George Wrisley tiene all'Universitร della Georgia del Nord: โEtica da una prospettiva globaleโ. Inizierร con brani tratti dall'Etica Nicomachea di Aristotele. Come dice ai suoi studenti: โpenso che Aristotele si sbagli su molte cose, in particolare le sue opinioni sulle donne, ma il suo quadro etico generale, i concetti e le distinzioni che impiega, sono estremamente utili.โ Vedremo come l'approccio teologico di Aristotele puรฒ essere facilmente mappato su altre visioni come l'induismo e il buddismo.
In questa lezione il Prof. Wrisley vuole suggerire di usare fruttuosamente la discussione di Aristotele sull'eudaimonia e la virtรน, per aiutare a chiarire aspetti importanti del buddismo.
Come per l'etica di Aristotele, che ruota attorno al concetto di eudaimonia, l'induismo e il buddismo, ad esempio, sono incentrati su fini chiaramente identificabili. Dove Aristotele chiede: che cosa costituisce l'eudaimonia? Il buddismo chiede: cosa costituisce l'illuminazione? Quindi possiamo analizzare questa struttura parallela.
In Aristotele, arete (ฮฑฯฮตฯฮฎ) significa virtรน o eccellenza. Una vita fiorente o eccellente รจ caratterizzata dall'essere un essere umano virtuoso o eccellente. L'uomo eccellente/virtuoso svolge la sua funzione ragionando bene. Questo coinvolge due aspetti principali: la parte che ragiona direttamente e quella che puรฒ ascoltare la ragione. La prima contrappone Ragione Teorica vs Ragionamento Pratico. La seconda รจ associata alle Virtรน Intellettuali. In particolare al Giudizio pratico (Phronesis).
A questo proposito, Aristotele scrive: โE l'opera dell'uomo si compie come risultato del giudizio pratico e della virtรน del carattere, poichรฉ la virtรน rende giusto il fine a cui si mira e il giudizio pratico rende giuste le cose ad esso collegate.โ
Quindi, il desiderio abituale per il bello (to kalon) lavora con il giudizio pratico (Phronesis) per realizzare la funzione/il lavoro umano in modo eccellente.
L'etica di Aristotele รจ incentrata sul fine ultimo dell'Eudaimonia.
Lo Zen di Dลgen รจ incentrato sul fine ultimo dell'Illuminazione o Risveglio (Bodhi).
Possiamo ri-orientarci e dipingere un quadro dello Zen di Dลgen in parallelo con l'etica di Aristotele.
In questo modo ci allontaniamo un po' dalla questione del tipo di stato mentale che si suppone sia l'Illuminazione. Sebbene ci siano dei parallelismi tra Aristotele e Dลgen, una differenza molto importante รจ che Dลgen vede tutto dalla prospettiva della Natura di Buddha come vuoto (sunyata).
Non c'รจ nulla nel mondo che sia auto-sussistente o immutabile (e quindi nulla di persistente).
Piuttosto, l'intero mondo รจ una "collezione" interdipendente di cause e condizioni che si manifestano come essere momentaneo. Tutte le apparenti dualitร sono in realtร non-duali.
Cosรฌ come il desiderio del bello attraversa le Virtรน del carattere di Aristotele, allo stesso modo possiamo identificare la versione di Dลgen delle "Virtรน del carattere" con l'aspirazione all'illuminazione e i voti del Bodhisattva. Si tratta sia delle Sei Perfezioni (Paramita) sia dei Quattro Voti del Bodhisattva.
Ne "L'insegnamento del Buddha" (Bukkyล) Dogen dice: โIl Veicolo del Bodhisattva consiste nel raggiungere l'insuperabile e completa illuminazione attraverso lโinsegnamento. Ovvero la pratica e la realizzazione delle sei paramita. Si tratta solo di raggiungere un'illuminazione completa e insuperabile. Le sei paramita [realizzazioni] sono: il dono, i precetti, la pazienza, lo sforzo, la meditazione e la prajna paramita [saggezza oltre la saggezza].
Queste sono tutte illuminazioni insuperabili, al di lร di qualsiasi discussione sul non nato e sul non creato.โ
Il prof. George Wrisley risponde alle domande sulle ultime 5 lezioni.
Gli approfondimenti su Genjo Koan (Manifestazione completa della veritร provata) del Rev. Doryu Cappelli.
Genjo Koan รจ il titolo del primo fascicolo della versione in 75 fascicoli dello Shobogenzo, che viene attribuito a Dogen Zenji.