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Ikebana. Arte floreale tra Tradizione e Modernità.

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Ikebana. Arte floreale tra Tradizione e Modernità.

Introduzione: L’Arte e la Tradizione dell’Ikebana

Ikebana (生け花 o 活け花) significa letterlamente “disporre i fiori” o “rendere vivi i fiori”.
Una volta passatempo dei samurai, oggi è praticato e ammirato da uomini e donne in tutto il mondo. Questa forma d’arte riflette l’amore profondo del Giappone per la natura, un sentimento quasi religioso radicato nello Shintoismo, in cui gli elementi naturali, come piante, rocce e montagne, sono considerati dimore degli spiriti — la distinzione stessa tra lo “spirito” e l’oggetto tangibile in cui risiede è molto labile — riflettendo una connessione intima tra gli esseri umani e la natura. La poesia classica giapponese e la forte associazione emotiva con i fiori influenzano fortemente l’Ikebana, poichè nella tradizione giapponese ogni fiore richiama emozioni e simboli specifici. Anche l’architettura giapponese, caratterizzata da spazi aperti e asimmetrici, ha influenzato lo stile e l’estetica dell’Ikebana, che si integra armoniosamente nell’ambiente abitativo.
Nel complesso, l’Ikebana non ha l’intento di rappresentare, all’interno della casa, un pezzo finito di natura, ma di suggerire quest’ultima nella sua totalità e di creare un legame tra interno ed esterno. Una conseguenza importante è che vengono utilizzati diversi tipi di piante in un’unica composizione e viene dato risalto non solo ai fiori, ma anche alle foglie e ai rami.

Origini e Evoluzione dell’Ikebana

Le radici dell’Ikebana affondano nel Buddismo e nel desiderio di preservare la vita, sia animale che vegetale. Infatti, le sue origini possono essere rintracciate nelle offerte floreali presso templi buddisti, composizioni semplici e prive di regole formali, come tesimoniano anche alcune cronache di epoca Nara (710 – 794) del Tōdai-ji, in cui si parla di offerte floreali varie e di grandi dimensioni, con altezze fino a una decina di metri, posizionate di fronte l’enorme statua del Buddha presente nel tempio.
Tuttavia, gradualmente, i nobili imitarono quella che sino ad allora era stata una pratica dei monaci, svincolando la tradizione dalla religione, e così l’Ikebana si sviluppò in elaborate opere d’arte, diventando sempre più popolare soprattutto negli ambienti della classe aristocratica e guerriera: per raggiungere uno stato di pace dei sensi e di concentrazione prima di iniziare una battaglia, il samurai eseguiva sia l’ikebana che la cerimonia del tè, per purificare cuore e mente.

Fu sopratutto durante il periodo Muromachi (1336 – 1573), che avvenne una prima trasformazione significativa, poiché la composizione floreale iniziò a influenzare l’arredamento interno, portando a un’estetica più semplice e raffinata. Ashikaga Yoshimasa (1436-1490), ottavo shogun della dinastia Ashikaga, fu un mecenate fondamentale per questa arte: fu proprio la sua dedizione che portò alla creazione di regole specifiche per le composizioni floreali, come la necessità di rappresentare il tempo e il pensiero nelle opere.
Anche il mondo della pittura ebbe un forte influsso, grazie al pittore giapponese Sōami (1472-1525) che introdusse la rappresentazione dei Tre Elementi — Cielo, Uomo e Terra — nei disegni floreali, da cui nacquero principi ancora centrali nell’Ikebana moderno.
Il XV secolo vide così la nascita di diverse scuole di Ikebana. Due stili principali emersero: Rikka, formale e decorativo, concettuale e idealistico, era influenzato dal Buddhismo tradizionale; Nageirebana, più naturale e spontaneo, istintivo e naturalistico, che era associato al Buddhismo Zen.
Inizialmente, le composizioni Rikka ricordavano le offerte poste davanti alle icone del Buddhismo tradizionale, quelle Nageirebana fungevano da collegamento diretto tra l’uomo e la natura che lo circonda. Queste differenze riflettevano il duro studio filosofico associato al buddhismo tradizionale da una parte, e l’illuminazione improvvisa del buddhismo Zen dall’altra.
Il Rikka, popolare in occasioni cerimoniali, subì evoluzioni stilistiche, passando da composizioni semplici a forme più complesse e idealizzate. Al contrario, il Nageirebana, nato come sottostile del Rikka, si separò da esso e guadagnò indipendenza e popolarità per la sua bellezza naturale e per la libertà delle sue linee.
Nel periodo Azuchi-Momoyama (1573 – 1603) la Cerimonia del tè (Cha no yu) raggiunse il suo massimo sviluppo e influenzò fortemente l’arte floreale: un adepto del Cha no yu era quasi sicuramente anche un seguace dell’Ikebana.
Nel periodo Tokugawa (1603-1868), l’arte floreale continuò a evolversi, diventando sempre più popolare e raffinata. Verso la fine del XVII secolo, l’eccessiva artificiosità di alcune composizioni Rikka portò a un rinnovato interesse per lo stile più naturale del Nageirebana. Questo periodo vide lo sviluppo e la coesistenza, per la prima volta, di diversi stili e scuole di ikebana, riflettendo un gusto eclettico e una diversità di approcci.

Simbolismo e Significati

L’ikebana è profondamente radicato nel simbolismo. La selezione e l’arrangiamento dei fiori sono influenzati da concetti di fortuna e sfortuna. Colori specifici e il numero dei fiori hanno significati particolari; per esempio, i fiori rossi sono evitati perché associati ai funerali e al fuoco, mentre i numeri dispari sono considerati fortunati.

Gli arrangiamenti rappresentano elementi dell’universo — i Tre Elementi inseriti da Sōami — o aspetti della vita, e includono la distinzione di genere negli oggetti inanimati, una pratica comune nel giardinaggio giapponese. Per quanto riguarda il vaso, questo è più di un semplice contenitore: rappresenta i punti cardinali e la superficie dell’acqua simula la terra da cui emergono i fiori.
L’Ikebana varia con le stagioni, riflettendo le caratteristiche di ciascuna, come i rami curvi, utilizzati nelle composizioni di marzo, che simboleggiano i venti forti. Ogni evento della vita può essere espresso attraverso l’ikebana, dalle celebrazioni alle commemorazioni. e anche qui ogni fiore ha un significato; per esempio, i fiori bianchi sono usati per le inaugurazioni di case, simboleggianti l’acqua per spegnere il fuoco, mentre per festeggiare le eredità si usano sempreverdi o qualsiasi tipo di cristantemo, che simboleggiano l’augurio di una ricchezza duratura. Inoltre, è tradizione regalare fiori in bocciolo, per permettere al destinatario di poter godere del loro sbocciare.

Conclusione: L’Ikebana Oggi

L’Ikebana oggi rimane una forma d’arte vitale e in continua evoluzione, mantenendo un legame con la sua storia e le sue radici filosofiche mentre si adatta ai cambiamenti culturali e alle tendenze estetiche. Rappresenta un’unione tra l’antico e il moderno, l’uomo e la natura, l’arte e la spiritualità, rendendolo unico nel panorama artistico mondiale. Attraverso l’Ikebana, possiamo vedere come la cultura giapponese abbracci la natura e la trasformi in un’espressione di bellezza e armonia, un principio che continua a risuonare in tutto il mondo.

Fonti:
• Averill, Mary (1913)  Japanese Flower Arrangement [IKE-BANA] Applied to Western Needs, John Lane Company.
• Sato, Shozo (1966) The art of arranging flowers : a complete guide to Japanese ikebana, New York : Abrams

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