Calligrafia Orientale
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Calligrafia Orientale
In questa prima lezione del corso di calligrafia affronteremo il tema delle 5 forme calligrafiche.
La storia della calligrafia cinese รจ lunga quanto quella del sistema di scrittura cinese, iniziato piรน di tremila anni fa. In primo luogo le forme di scrittura non si sono sviluppate lungo una singola linea temporale. ร possibile che si siano sviluppate, e venissero utilizzate, piรน forme di scrittura contemporaneamente. La forma calligrafica del โpiccolo sigilloโ e degli โscrivaniโ, ad esempio, si sono sviluppate entrambe intorno al periodo degli Stati Combattenti. Un secondo punto correlato รจ che lo sviluppo delle diverse scritture non si escludevano a vicenda. Lโinizio di una nuova scrittura non definisce la fine di una vecchia. Piuttosto, si completavano a vicenda. Lo sviluppo della forma โregolareโ, ad esempio, ha aiutato a maturare gli stili โcorsivoโ e โcorrenteโ. Terzo, il momento esatto dello sviluppo delle varie scritture, in particolare quello della forma โRegolareโ, รจ ancora un problema irrisolto. Quarto, la variazione tra le forme scritturali รจ graduale.
A rigor di termini, solo quattro forme di scrittura hanno svolto un ruolo importante nello sviluppo del sistema di scrittura cinese:
โGrande sigilloโ (dazhuan),
โPiccolo sigilloโ (xiaozhuan),
โScrittura degli scrivaniโ (lishu) e
forma โregolareโ (kaishu).
Queste sono considerate scritture principali perchรฉ, in momenti diversi, sono state formalmente adottate per la documentazione ufficiale. La scrittura del โGrande sigilloโ รจ un termine usato che comprende diverse scritture antiche usate oltre 1.200 anni prima della dinastia Qin (221-206 a.C.), tra cui la scrittura su carapace e ossa (jiaguwen), la scrittura su bronzi (jinwen) e la scrittura su tamburi di pietra (shiguwen). Dalla dinastia Qin, si sono verificati tre importanti cambiamenti nella scrittura: da โGrande Sigilloโ a โPiccolo Sigilloโ, da โPiccolo Sigilloโ alla scrittura degli โscrivaniโ e da questa alla forma โregolareโ.
Le forme โcorrenteโ (xingshu) e โcorsivoโ (caoshu) sono state inizialmente sviluppate come modi informali in cui veniva aumentata la velocitร di scrittura. Successivamente, furono utilizzate come espressione artistica.
In questa lezione del corso di Calligrafia orientale vedremo i Quattro Tesori dellโuomo di cultura cinese. Attorno al 300 dopo Cristo la scrittura non viene piรน vista solo come un supporto alla lingua parlata, ma diventa arte calligrafica. La calligrafia diventa mezzo di espressione del proprio essere.
Ogni artista aveva a propria disposizione almeno quattro strumenti, necessari e fondamentali, per esprimersi attraverso l'arte della calligrafia: il pennello cinese, lโinchiostro, la pietra da inchiostro e la carta.
Il pennello
Il pennello ha una lunga storia, giร le ceramiche del Neolitico recavano dei segni fatti a pennello nelle ossa oracolari. ร uno strumento antichissimo composto da un manico, l'impugnatura del pennello da una parte, che puรฒ essere in bambรน, legno o qualsiasi altra materia. E una parte terminale che รจ un ciuffo di peli. Il pennello con cui si inizia normalmente a fare calligrafia ha un ciuffo di peli di capra di colore bianco perchรฉ la sua flessibilitร ben si adatta alle competenze di chi inizierร a praticare la calligrafia. Il segno che viene creato non รจ figlio di un disegno, ma nasce dal percorso che la punta del pennello fa incontrando la carta.
Lโinchiostro
L'inchiostro fin dall'antichitร in Cina viene realizzato in barrette. ร fuliggine che si ricava dalla combustione di legni e oli particolari. Poi viene mescolata con colle animali e profumi, e compressa allโinterno di stampi dove viene lasciata solidificare. Come facciamo a produrre l'inchiostro necessario con una barretta? Dovremo utilizzare il terzo tesoro della calligrafia.
La pietra da inchiostro
Una buona pietra da inchiostro ha la forma di una pera. La parte centrale รจ la zona dove viene a crearsi lโinchiostro e la parte sopra, sagomata, dove viene lasciata depositare dellโacqua. Normalmente il materiale di cui รจ composta una pietra da inchiostro, lo dice la parola stessa, รจ pietra. Ma non รจ detto che sia necessariamente cosรฌ. Esistono delle pietre da inchiostro ovvero Calamai in ceramica e anche in ferro. Fregando questa barretta di inchiostro sulla pietra. Vado a creare delle micro scaglie che si sciolgono nellโacqua, generando lโinchiostro.
La carta
La carta รจ un foglio di carta cinese ed รจ una delle piรน grandi invenzioni della Cina, avvenuta attorno al primo secolo dopo Cristo. L'introduzione della carta a รจ praticamente contemporanea della nascita dell'arte calligrafica cinese. Perchรฉ permetteva certi effetti grafici non possibili su altre superfici come le tavolette di legno, le asticelle di bambรน o la pietra. Per coloro che volevano parlare di sรฉ e del proprio mondo interiore, voleva dire rivelare le proprie valenze estetiche.
Durante lโesercizio calligrafico, รจ importante avere qualcosa che ci aiuti a tenere fermo il foglio di fronte a sรจ, in modo tale che durante la pratica calligrafica non si muova molto. La prima cosa da fare รจ capire come il pennello va impugnato. La teoria dice che il pennello va impugnato circa a metร del manico e perpendicolarmente alla carta.
Si puรฒ cominciare a praticare seduti, tenendo una mano di fronte a sรฉ. Dopodichรฉ rilassiamo le spalle con un respiro lento e a quel punto possiamo iniziare a fare i primi segni sulla carta.
Per praticare ZEN occorre realizzare 4 pratiche:
SHIN---Chiarezza delle intenzioni
DO------Trovare lโopportunitร per un saggio agire
KI-------Sviluppare la nostra determinazione
KU------Liberarsi da ogni attaccamento
Questo ideogramma รจ molto caro a noi buddhisti perchรฉ rappresenta Lโessenza dellโessere. Lโorigine dellโuso della forma del cuore, che verrร nel tempo ad indicare sentimento dโAmore, essenza dellโessere, abbia presumibilmente origine in India dalle foglie di pipala โficus religiosaโ che sono a forma di cuore e sono state utilizzate nelle rappresentazioni artistiche della civiltร della valle dell'Indo attorno al 2500 ac. Infatti lโalbero โficus religiosaโ รจ lโalbero sotto il quale Buddha meditรฒ e realizzo lโilluminazione.
Questo ideogramma si legge anche KoKoRo piรน riferito al sentimento dโamore, mentre Shin allโessenza dellโessere โCittaโ in sanscrito.
Nel Buddhismo la parola Shin รจ usata come mente o essere realizzato.
Per esempio nello zen BODHAI SHIN significa LA MENTE RISVEGLIATA. Tutti i Praticanti Zen Conoscono il sutra Maka Hannya Haramita Shin Gyo, comunemente chiamato Hannya Shin Gyo, Il Sutra del Cuore.
Shin=Mente/Cuore
I shin den shin = Da cuore a cuore, da cuore a mente o da mente a cuore.
La parola Shin, in una ampia visione zen, raccoglie dentro di se Consapevolezza, Emozioni, Sentimento, Gusto della vita.
Consapevolezza ovvero selezione, da parte della mente, dei contenuti dellโesperienza attuale o passata, che sono presentati alla coscienza per una elaborazione che li rende consapevoli. Nello zazen la Consapevolezza o presenza mentale o Chiara Luce, รจ all'esperienza del momento. Lโessere qui e ora senza filtri culturali, concettuali. La sospensione dell'esperienza passata per lasciare che la vita presente possa esprimersi.
Con Consapevolezza intendiamo i processi che si assemblano nella mente. Questa parola denota un fenomeno estremamente intimo, e di importanza cardinale. Non รจ un superficiale essere informati, nรฉ un semplice sapere.
La Consapevolezza รจ una condizione in cui la cognizione di qualcosa si fa interiore, profonda, perfettamente armonizzata col resto della persona. ร quel tipo di sapere che dร forma all'etica, alla condotta di vita, alla disciplina, rendendole autentiche.
Shin รจ uno stato di vivere la vita con questo tipo di consapevolezza del cuore, del giusto sentimento diremmo noi. Pascal diceva: c'รจ un ordre du coeur (ordine del cuore), una logique du coeur (logica del cuore) per logica intendiamo appunto un normale ordine e armonia della percezione data dalla consapevolezza. Noi conosciamo la veritร non soltanto con la ragione ma anche con il cuore. Anche il cuore ha un suo ordine un suo sentire: sentimento innato che ci porta a credere ciรฒ che la riflessione, troppo debole, non osa decidere. Ecco lo sviluppo della Grande fede di cui parlava Hakuin.
SHIN รจ il gusto del Cuore o il Gusto della Pienezza della vita. Assaporare lo stato di pienezza della vita. Il gusto della vita รจ una esperienza continua di armonia e bellezza del vivere, un piacere della mente e del corpo, una pienezza dell'essere, Bodhai Shin.
Il Ki esprime il concetto delle energie fondamentali dell'universo, di cui fanno parte la natura e le funzioni della mente umana. Nella cultura tradizionale occidentale, il significato del termine latino potrebbe essere spiritus di cui il vocabolo Ki รจ termine equivalente.

ร lโequivalente di pneuma, il soffio vivificatore in greco.
KI = Spiritus = Pneuma
Il Ki, come energia ancestrale, primordiale, come memoria, della saggezza e armonia interiori, ci collega a tutti gli esseri precedenti e conseguenti, ai nostri antenati celesti, come si dice in Cina. ร la cellula primordiale il nostro DNA Originario. Il ki รจ l'essenza, il seme, il germe, il nucleo dove si condensa il significato della vita. Come la cellula conosce il proprio scopo, sa chi รจ e cosa deve fare e lavora instancabilmente per essere sรฉ stessa, anche l'essere umano ha il preciso compito nella vita di cercare il proprio Ki la propria essenza. Cercarlo, scoprirlo, comprenderlo e realizzarlo รจ la chiave della nostra felicitร .
Il maestro Hakuin, una delle figure piรน leggendarie dello zen Rinzai nato in una famiglia di samurai, e questo suo Ki ereditato si evince in tutto il trascorso della sua vita piena di Ki.
Non dimentichiamo che lo stesso Gautama Siddharta il Buddha era della casta dei guerrieri gli kshatriya e anche nella sua vita ha manifestato pienamente il suo Ki originario, il suo spirito di determinazione nellโaffrontare il suo percorso e la sua ricerca anche davanti alle mille prove della vita. Tornando ad Hakuin
a lui si deve il motto:
ยซPer praticare lo Zen sono necessarie tre cose: per iniziare, la grande radice della Fede; poi il grande Dubbio; e infine una forte Determinazione per raggiungere lo scopo.ยป Nel suo libro Yasenkanna, il โTrattato zen sulla saluteโ insegna come temprare il Ki, coltivare lo Spirito e incrementare il vigore del corpo per la pratica zen.
Yasenkanna
โTrattato zen sulla saluteโ
Come coltivare il Ki di Hakuin Zenji
Ci dice: โinterrompete per un certo tempo le congetture mentali, lasciate da parte i koan. Quando siete in procinto di addormentarvi, allungate le gambe, stiratele con forza, riempite del Ki originario tutto il corpo e accumulatelo nel centro dellโaddome, nella zona del Kikai Tanden e poi nelle anche nelle spalle, nelle gambe e nella pianta dei piedi.โ
Secondo la tradizione orientale, esistono tre sedi naturali in cui il ๆฐฃ Ki si localizza che nella lingua giapponese sono denominate "Dan Tian " ไธน็ฐ, non sono delle vere e proprie sedi fisiche, ma sono dei punti virtuali dove viene localizzata la cosiddetta "presenza mentale" del praticante zen e precisamente: il "Kikai Dan Tian " ๆฐๆตทไธน็ฐ, la sede viscerale, il "Chudan Dan Tian " ไธญๆฎตไธน็ฐ, la sede mediana ed il "Jodan Dan Tian " ไธๆฎตไธน็ฐ, la sede superiore.

Jodan Dan Tian " ไธๆฎตไธน็ฐ, la sede superiore.
Chudan Dan Tian " ไธญๆฎตไธน็ฐ, la sede mediana
il "Kikai Dan Tian " ๆฐๆตทไธน็ฐ, la sede viscerale
Nello zazen la nostra energia Ki รจ nel bacino e gambe che ci stabilizza nella postura, nellโaddome e schiena che esprime la nostra presenza al momento presente, e la parte superiore spalle testa, mente.
Si dice che โlโuomo perfetto colma sempre la parte inferiore con il Ki del cuoreโ lโarmonia interiore SHIN Mentre โGli spiriti mediocri, invece, danno sempre libero sfogo al Ki verso lโaltoโ la mente discorsiva. Da qui viene il detto Taoista: โLโuomo Vero respira dai talloni, lโuomo comune dalla bocca
Dล รจ โciรฒ che conduceโ il ki prende la Via in senso non solo fisico ma soprattutto spirituale. Quando si recitano i quattro voti del Bodhisattva, il Bodhisattva รจ colui che si impegna a realizzare la propria essenza per poi metterla a beneficio di tutti gli esseri, si recita โfaccio voto diโฆโ
I quattro voti del Bodhisattva
- Gli esseri sono innumerevoli, voto di percorrere la Via e di aiutare tutti;
- Le brame sono inesauribili, voto di percorrere la Via e di estirparle tutte;
- Gli insegnamenti sono infiniti, voto di percorrere la Via e di apprenderli;
- La Via dellโilluminazione รจ suprema, voto di percorrere la Via e di realizzarla.

Questo โfaccio voto diโฆโ รจ โprendo la Via di..โ il mio spirito SHIN mette la sua determinazione, il suo KI, nella direzione Dล. Potete avere un grande cuore, una forte energia e determinazione, ma dovete indirizzarla nel giusto percorso.
Nellโideogramma Dล troviamo una segno che simboleggia il piede e la sua impronta quindi il procedere e un altro ideogramma che rappresenta un volto, cioรจ metto la mia mente nella direzione diโฆcioรจ agisco, non solo penso, ma metto in atto manifesto nellโazione.
Nello zen troviamo moltissime parole composte con questo ideogramma Dล, come ZenDล, HonDล, Dลshin.
ZenDล, HonDล sono i luoghi di meditazione e di recitazione dei sutra, ovvero luoghi dove il nostro SHIN, spirito essenza prende vita con il KI e si manifesta la pratica prende una direzione un Dล.
Dลshin la dove il Do รจ lโideogramma di Via significa appunto "spirito della via" Desiderio e volontร di realizzare l'illuminazione. ร anche il nome dato a un novizio in un monastero zen.
Quante volte vaghiamo nella nostra vita senza avere una vera direzione, spesso giriamo attorno ai problemi, nel continuo rimugino e chiacchiericcio della mente, esauriamo lโenergia senza prendere la giusta direzione. Questo perchรฉ occorre sviluppare Shin, la consapevolezza del nostro cuore che ci darร la direzione da intraprendere. Dล รจ la direzione e lโazione che nasce dal nostro cuore, Dล รจ la pratica, il praticare stesso. Senza Dล non cโรจ pratica, per questo il luogo dove si fa zazen la meditazione zen si chiama ZenDล e non solo Zen. Lo Zen rimane solo un concetto, una filosofia senza il Dล, senza che sia manifesto nella pratica.
Due ideogrammi diversi ma identici nellโinterpretazione zen.
Ku in cinese MU in giapponese, puรฒ essere tradotto approssimativamente con "nessuno" o "senza" nello zen come โvuotoโ.
Uno dei piรน famosi koan รจ il MU di Joshu dice:
"Un monaco chiese a Joshu famoso maestro zen: "Un cane ha o no la natura di Buddha?". Joshu rispose semplicemente: "MU".

Il Mu nella risposta del maestro Joshu รจ da interpretare come โVuoto insostanzialeโ, non รจ la risposta alla domanda del povero monaco come molti non praticanti pensano. Non sarebbe un maestro zen realizzato se desse una risposta ad una simile domanda. La domanda del monaco equivale a โTutti hanno la natura di Buddhaโ ovvero โtutti sono per natura immanente giร realizzati, illuminatiโ Secondo la dottrina zen tutti lo sono, dobbiamo solo realizzarlo riprenderne coscienza, questa รจ la Via il Do dello zen. Se Joshu avesse avuto intenzione di dare una risposta alla domanda avrebbe potuto semplicemente rispondere โsi un cane come tutti sono la Natura di Buddhaโ invece la sua risposta รจ โMUโ รจ rivolta al sorgere della domanda. Rivolta alla mente del povero monaco. Significa: โla tua domanda รจ insostanzialeโ รจ la tua domanda che รจ MU vuota inesistente. Come quando al Buddha chiesero โcosa cโรจ dopo la morte?โ Il Buddha, che era piรน educato dei maestri zen, rimase in Nobile Silenzio. Non era la risposta alla domanda o โnon soโ non ho risposte. Voleva dire la domanda รจ insostanziale, non sussiste. Perchรฉ per il buddhismo non esiste nascita e morte tutto รจ insostanziale, che non vuole certamente dire che non cโรจ vita o morte o realtร . Cosรฌ Joshu dice la stessa cosa, noi oggi diremmo โma che domanda fai?โ. I praticanti zen sono invitati ad indagare questa non- risposta MU. La prima cosa richiesta al praticante zen su questo koan รจ lโindagine su questa insostanzialitร della soggettivitร tutto รจ vuoto di sostanza personale, tutto รจ Uno. Ma sarebbe meglio indagare sullโinutilitร della domanda. Fermare la mente discorsiva intellettuale che vuole sempre sicurezze, conferme classificazioni. Se sospendi le domande ti trovi calato nella realtร cosรฌ come รฉ. Se noi ci facciamo la domanda โcosa รจ questa pandemia che stiamo vivendo?โ certamente troviamo una risposta. Ma se vogliamo veramente comprendere, esperire cosa sia, dobbiamo sospendere la domanda e vivere il momento che stiamo vivendo.
ร in quel momento che troviamo la risposta.
Un'altra parola zen che contiene MU รจ Mushotoku

ร una delle condizioni indispensabili della mente, come nellaย vita, per esperire la realtร . Senza questo stato d'animo, Zazen non รจ autentico. Inย cosa consiste questa parola importante Mushotoku? Dovremmo rimanere in silenzio come ilย Buddha o rispondere MU come Joshu. Ma visto che siamo qui per dare spiegazioni, forse, comunque non risposte possiamo dire che Mushotokuย รจ la condizione della mente cheย trascende le dualitร di domanda e risposta e le limitazioni create dal nostro io insicuro.ย Negli ambienti zen viene spesso grevementeย definito come assenza dellโottenimento. Troverete โNon esercitarti per Zazen per fama o profitto; non praticarlo per ottenere una ricompensaโ. Certamente nessuna Via, il Do che dicevamo prima, si percorre per un ottenimento e profitto dellโego. Altrimenti non รจ una Via spirituale, non vale neanche parlarne, dovremmo rispondere subito MU. MUshotoku ha un valore ben piรน alto che una condotta morale di non attaccamento, ma รจ lo stato mentale di piena presenza quando si scopre lโinutilitร di ogni domanda e risposta e allora tutto diventa Mu, Totale, inseparato, indiscriminato. Quindi lasciate le risposte convenzionali, quando Shin il vostro cuore, mente spirito, come volete chiamarlo, รจ pienamente nella sua Natura originaria, siete Mushotoku. Cercare di essere Moshutoku (senza spirito di ottenimento) nella pratica zen equivale a fare un passo avanti volendo andare indietro. ร avere ancora lโidea che devo fare qualcosa, ovvero sospendere il mio io , per superare lโattaccamento allโio, una contraddizione in termini. Attaccarsi al non attaccamento per liberarsi dellโattaccamento. ร vero che lo zen รจ paradossale ma non sino a questo punto. O no! MU!
In sanscrito dhyana, in cinese chโan, in giapponese zen: pensare con il cuore, riflettere con la mente libera MUshotoku e meditare per esperire tutto questo. Un percorso linguistico, storico e culturale, che descrive come lo Zen non sia una religione nรฉ una filosofia. Bensรฌ una metodologia dello spirito, della coscienza e della mente che puรฒ essere adottata da chiunque, in qualunque luogo e tempo.
Lo Zen รจ una Via semplice, diretta e concreta che ci riporta alla realtร Universale e quindi alla Tua realtร โqui e adessoโ. Non ad una realtร trascendente. Quando dico Tua realtร significa la tua Vera Natura Originaria, non solo quella della tua cultura e conoscenza.
Percorrendo la Via dello Zen, chiunque puรฒ superare i condizionamenti e gli attaccamenti dietro cui si nasconde la realtร soggettiva personale. Non perchรฉ non vada bene, ma perchรฉ รจ limitata e quindi limitante della tua somma espressivitร .
Lo Zen non intende spiegare che cosa sia questa Veritร Assoluta, MU! Perchรฉ รจ solo attraverso lโesperienza diretta che essa puรฒ essere contattata e ogni tentativo di spiegazione sarebbe relativo e non assoluto. In ogni parte del mondo, mistici sufi, cristiani, buddhisti, induisti e aborigeni hanno rinunciato alla sicurezza delle teorie e dei propri schemi mentali, per fare esperienza di questa Veritร Assoluta.
Questa Veritร รจ una e la Via dello Zen si occupa di questo Assoluto, non di uno schema religioso fissato dallโuomo come โio personaleโ.
Lo Zen torna, infatti, allโinsegnamento di quellโuomo libero, il Buddha Shakyamuni cheโฆ
โฆun giorno
unโimmensa folla di persone si radunรฒ per ascoltare gli insegnamenti di Shakyamuni, il Buddha.
Il Buddha non disse una parola tenne semplicemente in mano un fiore, solo il discepolo Kasyapa comprese lโessenza di questo gesto, che non-era un insegnamento, una risposta, una dimostrazione, era semplicemente โesserciโ Mu
Avvenne cosรฌ la prima trasmissione di un insegnamento non-insegnamento senza parole, da maestro a maestro, da mente a mente, i Shin den Shin.
Mille anni dopo un monaco indiano arrivรฒ in Cina dopo un lungo viaggio si chiamava Bodhidharma. Era il ventottesimo erede di una ininterrotta linea di maestri discendente dal Buddha e portava con sรฉ lโessenza di quellโinsegnamento.
Mille anni dopo Bodhidharma, voi siete li e io sono qui.
In questa lezione del Corso di calligrafia Silvio Ferragina ci insegna a unire i caratteri, realizzati nelle lezioni precedenti, per formare una frase completa.
Shin | Ki | Dล | Ku | Zen
Se fin qui ci siamo occupati dellโequilibrio del singolo carattere, ora lโintera parola troverร il proprio equilibrio. Per questo dovremo fare attenzione allโopera nel suo complesso.
Poi verranno apposti i sigilli. Due sulla sinistra: il primo di segno bianco su fondo rosso, il secondo segno rosso su fondo bianco. Entrambi riportano i due caratteri del nome del calligrafo.
Il terzo sigillo รจ in alto a destra. Infatti la sua funzione non รจ solo quella di firma dellโautore, ma ha anche una funzione estetica: ri-bilancia lโopera.
Nella seconda parte della lezione, vedremo la stessa opera utilizzando i caratteri nella loro forma arcaica.
Abbiamo la stessa sequenza dei caratteri, ma occupano lo spazio in modo diverso e richiedono un altro tipo di tratto.
Quindi il gioco di trovare lโequilibrio dei singoli caratteri, e di tutti i caratteri insieme, si rinnova.
Anche in questo caso, lโopera si conclude con lโapposizione dei tre sigilli.