La dottrina del Buddhismo: sviluppo e caratteristiche del Mahāyāna
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La dottrina del Buddhismo: sviluppo e caratteristiche del Mahāyāna
Nella prima lezione, la professoressa Magno spiega che cosa si intende per buddhismo.
Una volta chiarite le origini del termine buddhismo, nato in Occidente per descrivere il complesso delle scuole orientali derivate dall’insegnamento del Buddha, viene poi delineata brevemente l’evoluzione delle scuole buddhiste, illustrando la loro espansione tra l’India e l’Estremo Oriente e distinguendone le tradizioni sviluppatesi nei millenni.
Nella seconda lezione, si chiarisce meglio chi fosse il Buddha Shakyamuni, il fondatore del buddhismo, ripercorrendo la sua vita dalla nascita, all’infanzia principesca, fino al percorso ascetico e spirituale che lo avrebbe portato al Risveglio, in un percorso tra storia e leggenda.
Il racconto dell’esperienza del Buddha porta direttamente alla spiegazione degli insegnamenti fondamentali che ne derivano, e che costituiscono le basi della Via per il Risveglio buddhista: le Quattro Nobili Verità.
Nella terza lezione, il fuoco si concentra su due concetti fondamentali della visione dell’esistenza per la filosofia buddhista: la teoria del Non Sé, o anatta, e la Co-originazione Dipendente, o pratitya samutpada.
Attraverso la teoria del Non-Sé, viene dimostrata l’inconsistenza dell’essere umano a partire dall’analisi dei suoi cinque aggregati, senza l’interazione dei quali è impossibile l’esistenza, e quindi dell’inconsistenza dell’Ego.
Attraverso la Co-originazione Dipendente, viene percorsa la catena di cause e di effetti che porta gli uomini, dall’ignoranza della loro vera natura, a sviluppare l’Ego e quindi mettere le radici della sofferenza esistenziale che la via del Buddha si propone di estinguere.
Nella quarta lezione, vengono mostrati gli strumenti attraverso i quali la pratica buddhista aiuta a conseguire il Risveglio: L’Ottuplice Sentiero e le pratiche meditative.
L’Ottuplice Sentiero comprende, con i precetti etici, come la Retta Parola, la Retta Azione e i Retti Mezzi di Sussistenza, anche l’atteggiamento con cui affrontare la via del Risveglio, con la Retta Visione, la Retta Intenzione e il Retto Sforzo, e le virtù che aiutano la pratica, coma la Retta Presenza Mentale e la Retta Concentrazione.
Sia le virtù etiche, sia gli atteggiamenti e le virtù sono aiutate dal perfezionamento delle pratiche meditative: shamata e vipassana, rispettivamente, la meditazione concentrata su un oggetto preciso su cui porre l’attenzione e la meditazione che ha come scopo lo sviluppo di una consapevolezza che comprende ogni fenomeno della circostanza in cui si trova. Attenzione al corpo e attenzione al pensiero sono gli strumenti basilari, per potersi incamminare sulla Via del Risveglio.
In questa lezione la Professoressa Magno da spazio alle domande dei partecipanti relative alle prime quattro lezioni.
Nella sesta lezione, si parlerà del buddhismo Mahayana, la famiglia di scuole del Grande Veicolo che dall’India si svilupperanno tra la Cina e il Tibet, e si espanderanno per tutto il Medio Oriente.
In un breve profilo, verranno evidenziate tutte le caratteristiche dell’evoluzione che separerà le scuole della via del Bodhisattva da quelle dei Nikaya e della dottrina degli Anziani e tutti gli spunti per le differenze filosofiche che divideranno i maestri mahasanghika dalla scolastica dell’Abhidharma.
Nella settima lezione, si cominceranno a presentare la figura Nagarjuna, fondatore della Scuola di Mezzo, o Scuola del Vuoto, e uno dei massimi maestri del Buddhismo Mahayana.
Vengono inoltre tratteggiati i principali concetti con cui Nagarjuna muove la sua critica verso la scolastica buddhista dell’Abhidharma: la teoria del Vuoto e il sistema dialettico del Tetralemma, volto a dimostrare l’inconsistenza della realtà in ogni dimensione possibile.
L’ottava lezione prosegue ad illustrare le caratteristiche del pensiero di Nagarjuna concentrando l’attenzione sui passi salienti della sua opera più importante: Le Stanze del Cammino di Mezzo.
In quest’opera, Nagarjuna usa il metodo del Tetralemma per smontare, pezzo per pezzo, la consistenza oggettiva dei concetti principali della filosofia buddhista, arrivando a spiegare in ogni aspetto la sua interpretazione radicale della dottrina del Non-Sé e sviluppando intuizioni sull’interpretazione della dottrina buddhista che rappresenteranno uno spunto fondamentale per le scuole successive.
Nella nona lezione, viene presentato il pensiero di un altro protagonista della storia del pensiero buddhista della scuola Mahayana: Vasubandhu, fondatore della scuola Yogacara, Scuola dello Yoga o Scuola della Sola Coscienza.
In un percorso tra le pagine della sua opera più famosa, Le Trenta Stanze della Rappresentazione Coscienziale, viene delineata l’analisi dettagliata che Vasubandhu compie sul ruolo della coscienza nella rappresentazione del mondo, e quindi nello sviluppo della coscienza dell’Ego e della sofferenza esistenziale.
La decima ed ultima lezione del primo seminario del Corso Triennale di Buddhismo Zen tenta un breve accenno sull’opera di traduzione che permise la trasmissione del buddhismo dall’India alla Cina e a tutto l’Estremo Oriente, dove gli insegnamenti del Buddha e dei Grandi Maestri permetteranno la nascita di diverse scuole, tra cui lo Zen.
Un’ultima riflessione viene dedicata ad un fenomeno peculiare: il modernismo buddhista, cioé il tentativo ottocentesco di adeguare le radici buddhiste alle aspettative della cultura occidentale. Uno spirito che anima ancora molto del tentativo di fondare un buddhismo occidentale oggi, tra Stati Uniti e Europa.
In questa lezione la Professoressa Magno da spazio alle domande dei partecipanti relative alle ultime cinque lezioni.