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Dal Chan allo Zen: le pratiche di koan e zazen


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Dal Chan allo Zen: le pratiche di koan e zazen

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100
Inizia
1
La Luce Luminosa di Unmon | Parte Prima
2
La Luce Luminosa di Unmon | Parte Seconda
3
Dal Chan Cinese allo Zen Giapponese | Parte Prima
4
Dal Chan Cinese allo Zen Giapponese | Parte Seconda
5
La Pratica dei Koan
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In questa prima parte il Rev. Tenkei Coppens introduce il tema dei Koan. Cosa sono, come vengono tramandati ed utilizzati. I Koan come forma di connessione con il Maestro e con l'assoluto, come forma di apertura mentale, come esercizio di vera consapevolezza.  "Non studiate i Koan, ma usate i Koan per studiare la Vostra vita”. Infatti i Koan sono dialoghi registrati tra maestri e studenti di un tempo che esprimono l'insegnamento in poche parole. Possono stimolarci a studiare e a dimenticare il nostro io per essere illuminati dalla situazione che ci presentano. La parola giapponese koan deriva dal cinese gong an, che letteralmente significa "caso pubblico" e, nel contesto dello Zen, implica uno standard di intuizione che, può essere ed è stato, verificato nel corso dei secoli. I koan hanno lo scopo di ispirare i praticanti, ma anche di fornire agli insegnanti uno strumento per verificare regolarmente la comprensione dei loro studenti e per controllare i loro progressi. Nella pratica, l'insegnante dà allo studente un koan come tema della meditazione e si aspetta una brillante realizzazione delle sue implicazioni nel dokusan.

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In questa seconda parte il Rev. Tenkei Coppens utilizza il Koan della Luce di Unmon per approfondire il ruolo dei Koan nella pratica. Unmon diede istruzioni, dicendo: "Ognuno ha la sua luce. Se vuoi vederla, non puoi. Il buio è buio, buio. Ora, qual è la tua luce?". Lui stesso rispose: "Il magazzino. La porta". E ancora disse "Sarebbe meglio non avere nulla che avere qualcosa di buono".

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Nella prima parte il prof.Heine illustra quali siano le ragioni che lo hanno portato ad approfondire il passaggio da Chan a Zen e introduce alcuni dei maggiori temi culturali e storici che hanno favorito questo passaggio. La lezione indaga lo straordinario secolo che va dal 1225 al 1325, durante il quale fu completata con successo la trasformazione della scuola cinese di buddismo Chan, in quella giapponese dello Zen. Il Prof. Steven Heine rivela come questa scuola di buddismo, nata mezzo millennio prima come culto mistico utopico per monaci solitari, abbia guadagnato un ampio seguito tra influenti seguaci laici sia in Cina che in Giappone.

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Nella seconda parte il prof.Heine approfondisce quelle che definisce " le tre tematiche chiave" per comprendere il passaggio da Chan a Zen: i maestri, i templi e i toni nella poesia e nella pittura. 

I maestri zen che ottengono l'illuminazione sconfiggendo il dubbio, per realizzare l'autentica consapevolezza spirituale. I templi progettati in modo antropomorfo, per simboleggiare l'entità della presenza del Buddha vivente. I toni comprendono gli schemi di rima della poesia cinese e i toni minimalisti dell'inchiostro dello stile  “apparition painting” dello Zen.

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In questa lettura, il Rev. Tetsugen Serra, accompagna gli uditori in alcune importanti considerazioni quali la pratica zen del buddhismo in occidente, la pratica dei koan e la sua evoluzione oggi.

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